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Gay & Bisex

VERA TROIA


di Foro_Romano
14.02.2016    |    17.186    |    5 8.9
"Lo apostrofò come la più lurida delle puttane e gli sprofondò dentro sfasciandogli il buco senza alcuna remora..."
Questa storia è di molto tempo fa. A quei tempi non c'erano molte possibilità di dar sfogo alle voglie sessuali, specie se di natura omosessuale. Unico modo per poter fare incontri erano i cine porno. I film che proiettavano erano beceri sprechi di celluloide: pessime storie, pessime ambientazioni, pessime regie, attori piacenti ma piuttosto scarsi e per niente credibili e, soprattutto, sempre eterosessuali benché tutti sapessero a quale pubblico erano destinati. Ma la censura lo imponeva.
Qualche scena era pure eccitante, anche in considerazione del fatto che si andava lì proprio per eccitarsi. Il vero motivo, però, era quello di rimorchiare qualche maschietto bisognoso di scaricare... la tensione.
Il ragazzetto poco più che maggiorenne ne aveva sentito parlare e, appena possibile, ci era andato pronto ad attraversare la porta del piacere per non tornare mai più indietro.
Le prime volte la cassiera gli chiese il documento perché lui, magro e piccolo di statura, non dimostrava tutti i suoi anni. Poi smise perché ormai lo conosceva. Ma non è che tutti i giorni stava lì. In tutto quella sarà stata la sesta o settima volta che ci entrava.
Insomma, pagò il biglietto, se lo fece strappare dall'addetto all'ingresso (che poi stava sempre a chiacchierare con la cassiera ed a disapprovare la condotta dei clienti) ed entrò.
In un primo tempo la luce dello schermo faceva apparire la sala completamente buia. Bisognava aspettare che gli occhi si abituassero e le pupille si aprissero per adattarsi alla nuova situazione perché si potesse vedere qualcosa. Sicché, appena entrato, il ragazzo si appoggiò al muro di fondo della sala, accanto al'ingresso.
Quando riuscì a vederci meglio si accorse che accanto a lui, sulla sua destra, era un uomo, anch'esso appoggiato al muro. Non voleva girare la testa per squadrarlo bene ma, con la coda dell'occhio, capì che si trattava di un uomo maturo, sui 50 anni ben portati, massiccio, con grandi mani pelose, perfetto nel suo abito blu. Sembrava proprio il suo ideale ma, alla sua età, chiunque sarebbe andato bene. L'importante è che avesse un bel cazzo.
L'uomo allungò la mano lungo il muro fino a toccargli il sedere. Anzi, prese a palpeggiarlo pesantemente facendogli notare che in quella mano entrava interamente una sua chiappetta.
Di rimando lui allungò la sua davanti all'uomo per sentire la consistenza sotto la patta e la trovò. Eccome se la trovò! Quello era già bello barzotto tanto che i palpeggiamenti non durarono molto e, non resistendo più, si aprì cintura e pantaloni e se li calò un po' assieme alle mutande. Quanto bastava per far prendere aria al suo più che consistente attributo.
Il ragazzo lo prese in mano e lo maneggiò un po', quasi svenendo dalla voglia. Poi si aprì anche lui i pantaloni cosicché l'uomo poté infilarcisi per andare a titillare il buchino sempre più fremente. Anzi, ci infilò subito un dito constatando l'ampia disponibilità del giovane. Al primo seguì un secondo dito e le voglie di tutti e due andarono alle stelle.
Dovette fare forza su sé stesso per togliere la mano e posarla sulla testa del ragazzo per spingergliela in basso e per costringerlo a fargli un pompino. Lui, non propriamente costretto, non aspettava altro. Si accovacciò davanti e, senza tanti preamboli, se lo prese in bocca e cominciò lentamente a pomparlo, incurante di quelli che potevano vedere.
L'uomo si inarcò in avanti ed emise un "OOHHH" sibilato, coperto dai gemiti che provenivano dallo schermo. Gli prese poi la piccola testa tra le mani e gli impose il ritmo, come se si stesse facendo una sega dentro un cocomero.
Altri, tutt'altro che presi dalle vicende del film, si misero a guardarli, chi girando la testa dalle sedie davanti e chi avvicinandosi. Tutti, comunque, si tirarono fuori le minchie e si misero a smanettarsi davanti a quel live-show.
Uno fece un cenno di permesso al fortunato che si stava godendo quell'umida bocca ed ottenne una risposta affermativa con la testa. Allora, mentre il primo stava ben attento a che il ragazzo non si sfilasse, tenendogli saldamente la testa, l'altro si abbassò per tirare su il bel culetto voglioso e metterlo a 90 gradi.
Glielo denudò completamente così, alla luce dello schermo, tutti lo poterono ammirare perfettamente e aumentarono la velocità delle loro mani su sé stessi. Si sputò nella destra e andò a passargliela nel solco ad inumidire il buchino.
Il ragazzo ebbe un fremito. Sapeva quello che sarebbe accaduto. Non era la prima volta, anche se non lo aveva fatto tante volte, ma non gli era mai accaduto di trovarsi al centro dell'attenzione di tanti uomini eccitati. La cosa non gli dispiaceva affatto. Non sapeva ancora che quello era la dimostrazione di quanto fosse troia per natura.
Un altro sputo servì a bagnare il cazzo del secondo uomo che, senza perdere altro tempo, lo puntò al forellino e spinse leggermente. Ci fu un gemito del ragazzo, più di voglia che di dolore, attutito dal sempre più grosso membro che aveva tra le labbra. Ancora una leggera spinta, ancora un'altra e, finalmente, la cappella entrò, accompagnata da un gemito ancora più grosso del giovane, aggrappato alle cosce pelose che aveva davanti.
L'uomo che veniva spompinato si eccitò ancora di più. "Sfondalo, che aspetti! Sfondala subito 'sta cagna. Rompigli il culo". L'altro non se lo fece ripetere e si piantò interamente dentro quel corpicino che si irrigidì all'istante. Questa volta ad essere soffocato fu decisamente un urlo che presto, con le forti e rapide spinte che riceveva, si trasformò in una serie di piccole grida di piacere.
A quella vista, alcuni di quelli che assistevano, non resistettero oltre e se ne vennero sul pavimento, già abbastanza lercio. Anche il primo uomo, assistendo in prima fila, alla furia dell'inculatore si lasciò andare ad una copiosa sborrata in fondo alla bocca famelica. "Ingoia, puttana. Ingoiaaa..."
Si fece leccare fino all'ultima goccia poi si tirò su i pantaloni, se li riallacciò e se ne andò, senza un minimo gesto di ringraziamento. Ma il ragazzo, con la bocca impastata di sperma, aveva altro da pensare. Le spinte dientro di lui erano sempre più forti, tanto che lo spinsero verso il muro dove venne schiacciato quasi a volercelo inchiodare finché anche il secondo uomo sborrò e gli sparò dentro una quantità incredibile di succo.
Continuò a spingere con colpi sempre più lenti fino a svuotarsi completamente i coglioni, prese dei fazzolettini dalla tasca, lo tirò fuori piano, lo pulì e, avvolto nella carta, se lo rimise nei pantaloni e se ne andò facendogli un ganascino. "Bravo, complimenti, spero di rivederti qui un'altra volta".
Il ragazzo, completamente stordito, si rialzò lentamente e si accorse di essere anche lui venuto (chissà quando) su pavimento. Ma non era finita. Un altro maschio, tra quelli che assistevano, sui 35 anni, in jeans, gli si avvicinò e lo prese per un braccio, spingendolo verso gli schienali delle ultime sedie. Anche lui era alto, robusto, virile, deciso. Lui obbedì e, tenendosi su a malapena i pantaloni, raggiunse le sedie e si piegò appoggiandosi a quelle.
Non dovette attendere molto perché un altro cazzo, ancora più grosso, gli si piantasse interamente dentro, facilitato dalla sborrata precedente. Impedì che urlasse mettendogli una mano sulla bocca mentre con l'altra gli teneva saldamente un fianco.
Lo montò come un animale con gran piacere di tutti: di lui, del ragazzo e degli astanti. E, quando sullo schermo davanti un grosso cazzo negro sparava una quantità enorme di sperma sul culo appena scopato, anche lui si scaricò completamente nel fondo di quella che era diventata ormai una voragine umida di sborra. Anche gli ultimi di quelli che assistevano non resistettero più.
Rimase così, piegato su quel piccolo corpo, tenendolo fortemente abbrancato, facendogli sentire il battito del suo cuore sulla schiena ed il suo respiro nell'orecchio. "Sei fantastico", gli sussurrò.
"Anche tu", gli rispose il ragazzo.
"Ti va di parlare un po? Sediamoci".
Così, mentre il capannello di guardoni si allontanava, loro raggiunsero le prime sedie. Nel farlo, il ragazzo fece un piccolo gesto di sofferenza. "Ti fa male? Scusami se c'ho messo troppa forza ma tu mi ecciti un casino".
Il ragazzo sorrise. "No, non ti preoccupare, non è niente". Si meravigliò della gentilezza con la quale quel maschio, fino a poco prima scatenato, lo trattava. A dirla tutta era proprio un gran bel pezzo di maschio, tanto che non avresti mai pensato che avesse certi interessi. Un filo di barba di due giorni gli incorniciava quel viso duro. Quella gentilezza attenuò nel giovane il timore che incuteva al solo guardarlo.
Si presentarono. Quello parlava bene ma una leggera inflessione lo tradì. "Non sei di qui?".
"No, sono siciliano, si sente?"
"Veramente no. Parli molto bene l'italiano. Che fai qui a Roma?"
"E' qualche anno che sono qua per lavoro. Ti va di venire a casa mia? Vivo con altri, ci dividiamo i costi, ma ho la mia camera e nessuno ci disturberà, se vuoi".
Il ragazzo era indeciso. "Dai, vieni, così sai dove sto e potrai venirci altre volte... se vuoi... se ti è piaciuto, naturalmente".
Il dolore al buco del culo era ancora presente e se gli era piaciuto? "Certo che mi è piaciuto... Tu mi piaci molto" aggiunse, arrossendo e quasi abbassando timidamente la testa.
"Allora vieni". Si alzarono ed uscirono dal cinema, davanti ai sorrisetti maliziosi dei due dipendenti all'ingresso. Arrivarono a piedi, la casa era vicina. Quando entrarono trovarono altri quattro coinquilini che stavano parlando nella sala comune. Certe facce! Il giovane questa volta ebbe veramente un certo timore. "Spero di non essermi cacciato in un guaio", pensò.
"Ma che bel cuccioletto ti sei trovato oggi! Ce lo presenti?", disse uno con dei gran baffi.
Quello che lo aveva portato lì lo strinse a sé mettendogli un braccio sulle spalle, quasi a dargli conforto. In effetti ce ne fu bisogno. "Lui è *, ma non è venuto per voi".
"Come no? Guardate che carino", disse quello di prima agli altri, che annuirono tutti. "Avercelo avuto con noi in cella sarebbe stato l'ideale. Ce lo saremmo scopati tutti per tutto il giorno e tutti i giorni. Sai che buco si sarebbe ritrovato? Ci sarebbe passata l'autostrada del Brennero" e giù tutti a ridere.
Erano stati compagni di cella? Oddio, che gente era?. Veramente si era cacciato in un guaio. Lui veniva da una buona famiglia e non si era mai imbattuto in simili persone.
L'uomo che lo accompagnava lo strinse ancora di più. "Beh adesso non siamo più in cella e lui non si tocca. Lui sta con me", rivolto anche al ragazzo. "Specialmente voi due..." indicando il baffuto e un altro fustone "...che stavate dentro per stupro di ragazzini".
"Senti da che pulpito! Lui che stava dentro per l'omicidio del suo amichetto perché, a suo dire, era poco troia" e tutti giù a ridere di nuovo.
Si sentì cedere le gambe. Stava in piedi solo perché tenuto dal braccio di quell'uomo. "Non ti preoccupare" gli disse "Lasciali blaterare questi stupidi. Vieni" e lo accompagnò verso una camera.
Entrati, chiuse la porta a chiave e lo fece accomodare seduto sul letto. "Non stare a sentire quelli li. Beh, adesso sai chi sono, ma non ti devi preoccupare, tu mi piaci veramente". Gli prese le mani tra le sue e lo guardò intensamente.
Il ragazzo quasi dimenticò subito quanto aveva sentito e si sentì avvampare dal fascino di quell'uomo che lo desiderava. Anche lui lo desiderava. Quello era un vero uomo, un duro, il maschio che aveva sempre desiderato nelle sue fantasie. Poteva diventare la sua femmina: la donna del gangster. Gli venne quasi da ridere. Fu stretto tra le forti braccia e un lungo e profondo bacio li unì facendo riaccendere al massimo le loro voglie.
Ma, quando si staccarono, il pensiero tornò a quanto aveva sentito. "Hai ucciso il tuo ragazzo perché..."
"Si, perché non era abbastanza troia per me e non voleva esserlo. Scusa, sarò provinciale, sarà la mia tradizione ma voglio che chi mi scopo stia a quello che dico io. Io sono il maschio e la mia femmina deve fare quello che dico io" disse quasi con orgoglio.
Questo era l'uomo deciso dei suoi sogni ma... "Ma... io... Pensi che io possa essere abbastanza troia per te?"
Gli sorrise. "Certo! Ti ho visto, in quel cinema, come ti piaceva farti sbattere. Come ti lasciavi andare alle voglie dei maschi. Come ti sei fatto spaccare il culo dalla mia minchia, che non è poi così piccola".
"Anzi", annuì il giovane con un sorriso.
"Sappi che pochi, nella mia vita, sono riusciti a prenderla così come hai fatto tu. E godendo pure come hai fatto tu. Credi che non l'abbia capito? Credi che io abbia pensato solo al mio di piacere? Ti sbagli. Si, ti ho sfondato il culo perché mi piace sfondare culi ma credi che non abbia visto come ti piace farti sfondare il culo? Tu mi piaci non solo per questo tuo bel visino ma anche perché sono quasi certo che sei tu la troia della mia vita che cercavo".
Un altro profondo bacio li unì come in un patto e, in men che non si dica, erano completamente nudi sul letto ad accarezzarsi, baciarsi la pelle. Al ragazzo piaceva tutto di quell'uomo: il viso maschio, le grandi mani, il pelo che lo ricopriva interamente, le grandi palle pendenti e pelose anch'esse, il grosso cazzo sempre svettante e pronto. Lo prese in bocca per la prima volta gustandone il forte sapore, scorrendo le sue piccole labbra lungo tutta l'asta ricoperta di vene turgide, titillandone la punta con la lingua mentre era nella sua bocca, facendola roteare intorno e risucchiandolo con forza. Tutte cose che mandavano in estasi quel maschio virile che lo trattava rudemente, come lui voleva, facendogli perdere la testa.
Ad un certo punto lo posizionò di traverso sul letto, di schiena. Gli alzò le gambe e lo agguantò dietro alle ginocchia. Lo dominò dall'alto come un leone sulla sua preda, ostentando l'enorme cazzo rigido che, a guardarlo, fece veramente paura al giovane. Lo apostrofò come la più lurida delle puttane e gli sprofondò dentro sfasciandogli il buco senza alcuna remora. Lo abbrancò completamente mentre lo stantuffava come una bestia in calore. Non gli impedì di urlare, di urlare sempre più forte, trascinati dalla foja e dal piacere. Finché, con un lungo grugnito, non lo riempì di nuovo del suo abbondante seme.
Gli si abbatté addosso con tutto il suo peso, incurante di lui. Poi uscì dal suo buco e si sdraiò a fianco, ansimante. Anche il ragazzo era sfiancato. In tutta la sua esperienza non aveva visto tutti i cazzi che aveva preso quel solo giorno ma era felice: aveva trovato un maschio dominante che appagava la sua natura.
L'uomo gli sorrise. "Non ti muovere. Aspetta" e si alzò per andare in bagno, fuori della stanza. Girò la chiave, la aprì ed uscì. "Ragazzi, è tutto vostro". La frase ghiacciò il sangue del giovane. Tutti gli altri entrarono completamente nudi e già abbastanza in erezione.
"Ti abbiamo sentito ululare, cagnetta. Ti è piaciuto l'osso, vero? Beh, adesso te ne daremo altri quattro". Gli saltarono addosso e non persero tempo. Lo scoparono in bocca e in culo senza sosta, incuranti dei suoi lamenti. Tutti e quattro gli sborrarono dentro anche 2 o 3 volte ognuno. Sempre rigorosamente dentro. Gli fecero gustare più volte anche l'inculata doppia, finendo di sfasciare il suo culetto.
Alla fine, però, gli piacque. Essere usato per soddisfare la voglia di tanti maschi fu, per lui, un'incredibile scoperta, anche se a spese del suo sedere che gli faceva veramente male, al pari della sua mascella.
Quando tutte quelle belve finirono il loro pasto gli si avvicinò il "suo" uomo e gli disse, piano: "Ecco come deve essere la mia troia. Deve essere una vera troia. Deve essere sempre pronta ed avere voglia di essere scopata senza freni. Deve essere mia, soddisfare principalmente me, ma io sono il loro capo e, se voglio, e solo quando lo voglio io, la possono usare anche loro, mentre io sto a guardare. Capito? Adesso sta a te. Puoi fare la tua scelta. Vuoi essere la mia troia?"
Il giovane lo guardò negli occhi e "Si" fu la risposta. Si dettero un romantico bacio sulla bocca tra gli applausi degli altri. Da quel giorno fu fedelissimo ai desideri del capo, anche se questo non lo fu sempre nei suoi confronti. In compenso di cazzo ne ebbe sempre in abbondanza.

(Si tratta di un racconto di fantasia. Non fate mai l'amore senza il preservativo. Non rovinatevi la vita, godetevela)

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